Rieccoci ad un nuovo appuntamento alla scoperta di Pantalica.
Come ben saprai, Pantalica, è un altipiano circondato da circa 5000 “buchi” scavati artificialmente sul costone di roccia. In realtà non sono semplici buchi, ma delle grotte, veri e propri capolavori, scavate dall’uomo millenni fa.
Proprio per questo – secondo alcune fonti – Pantalica deriva dall’arabo Buntarigah che significa appunto grotte.
Prima di parlarti delle tombe e di come e quando furono costruite, vorrei raccontarti un aneddoto che mi capitò qualche tempo fa durante un’escursione e che mi fece scoppiare dal ridere.
Mentre mi incamminavo verso l’uscita lato Sortino, vidi dei turisti che si erano fermati in prossimità della necropoli Nord che osservavano attentamente alcune grotte facilmente accessibili.
Giunto vicino loro sento un tizio dire una frase che più o meno faceva così:
“Chissà se anche noi un giorno saremo ricordati per qualcosa. Chissà se le nostre tracce verranno ammirate come noi ammiriamo queste grotte“.
E fin qui niente di strano.
Senonché un’altro ragazzo dice:
“certo che però, per essere case, loro dovevano essere abbastanza piccoli per abitarci”.
E qui, non riesco a trattenermi e scoppia la mia grassa/grossa risata – ovviamente tra me e me.
Chiedo loro scusa e gli spiego che in realtà le grotte non sono abitazioni ma tombe, costruite più di 3000 anni fa dall’uomo per onorare il “viaggio” dei loro cari.
Battute a parte, questa storia si ripete molte volte. Anche io da piccolo pensavo la stessa cosa.
Questo è purtroppo un luogo comune di molti turisti fai-da-te. Io non ho nulla in contrario al turista di “fortuna”, però a volte, saperne di più, ti evita di fare brutte figure!
In realtà qualche tomba più grande venne in seguito modificata ad uso abitativo, ma parliamo di tombe molto più grandi con stanze.
E’ ora arrivato il momento di scavare dentro la storia di questo tombe e di raccontarne tutti i segreti.
Fin dai tempi di Thapsos – se non conosci la storia di Pantalica puoi leggerla qui – i Sicani insieme ai Micenei decisero che, per onorare il lungo viaggio che i loro cari defunti dovevano intraprendere, era necessario costruire delle bellissime tombe in modo che chiunque passasse da lì potesse ammirarle.
Non solo venivano costruite per onorare i defunti, ma erano utilizzate come vero e proprio monumento di quella civiltà. Un modo per dimostrare a tutti di quello che loro erano capaci.
Dopo l’incursione dei Siculi a Thapsos, i Sicani si trasferirono nella fortezza naturale di Pantalica dove, non solo edificarono il castello del Principe – Anaktoron – ma vollero dimostrare che quello era diventato il loro nuovo regno. Un regno, protetto dai due fiumi, che domina le vallate intorno.
Per fare ciò continuarono e ampliarono la tradizione funebre iniziata a Thapsos. I Sicani costruirono la più grande necropoli del mediterraneo. Una meraviglia da far rabbrividire chiunque la vedesse. Con un unico significato: Qui dominiamo noi.
La storia ci racconta, però, che in realtà i Sicani non erano un popolo molto avvezzo alle battaglie e alla dominazione. Anzi, un popolo facilmente domabile.
Sta di fatto che vennero a breve dominati, nuovamente, dai Siculi.
Iniziamo adesso ad approfondire come queste tombe venivano costruite.
Siamo in piena età del bronzo quando i Sicani arrivano a Pantalica, ma a causa della scarsità di materia prima nel luogo, vennero utilizzati inizialmente strumenti di pietra per scavare la roccia.
Possiamo ancora immaginare la scena. Un uomo viene calato dall’alto del costone della montagna su un precipizio alto più di 200 metri.
Con la sua ascia di pietra inizia lentamente a scavare quello che sarà il suo primo appiglio per poter continuare il lungo scavo. Chissà quanto tempo era necessario per completare il loculo. Tutto quel tempo, sospeso in aria, con il solo scopo di onorare il proprio defunto.
Probabilmente, oltre l’ascia di pietra, venivano utilizzati anche fuoco e acqua per intenerire la già morbida roccia calcarea presente nella zona.
Dopo svariati giorni di lavoro la grotta tombale è pronta. Il feretro poteva finalmente cominciare il suo lungo viaggio verso l’aldilà. Ma il viaggio cominciava proprio dalla discesa del feretro, legato, lungo il costone a strapiombo sul fiume, appeso nel vuoto, per poi poter finalmente riposare in quella nuova dimora.
Doveva essere uno spettacolo raccapricciante vedere la scena dal palazzo del principe che domina tutta la collina.
Nelle tombe venivano inseriti tutti gli oggetti di uso quotidiano che potevano servire al defunto nel suo lungo viaggio. Difatti vennero ritrovati molti oggetti dentro queste tombe ed è grazie ad essi che oggi possiamo ricostruire la storia di Pantalica.
C’è anche da dire che molti oggetti vennero deturpati da ladroni da strapazzo in tempi moderni, ma questa è tutta un’altra storia.
Gli oggetti più comuni ritrovati sono:
- Coltelli in pietra di silicio ritrovati vicino la testa del defunto. Questo è un fatto un po’ bizzarro perché, sarai d’accordo con me che, il coltello dovrebbe essere riposto vicino le mani. Invece si pensa che venisse messo sulla testa perchè, in vita, i Sicani non avevano tasche e quindi lo tenevano fra i capelli – dovevano essere tutti capelloni 😛
- Fibule ad arco, che non sono altro che le nostre moderne spille che probabilmente servivano per tenere chiusi i mantelli di lana. Può darsi che esse indicassero anche lo stato sociale dell’individuo perché ne sono state trovate di diversi tipi, anche decorate.
- Anfore in terracotta colorate di rosso per imitare quelle importate dalla Grecia in rame.
Questi e molti altri oggetti ritrovati nelle tombe possono oggi essere osservati nel museo Paolo Orsi di Siracusa.
Una curiosità è che, oltre agli oggetti, venivano lasciati accanto al defunto degli animali già cotti in modo che lui avesse qualcosa da mangiare durante il viaggio. Di questo se ne ha traccia da alcuni resti carbonizzati di animali trovati all’interno della tomba.
Andiamo ora a parlare di dove sono dislocate le necropoli e di quale età fanno parte.
La più antica di tutte è sicuramente la necropoli Nord-Ovest (XII – XI secolo a.C.), dove i Sicani-Micenei iniziarono la costruizione della prima necropoli.
Queste 600 necropoli sono caratterizzate dalla forma ellittica a volta curva. Alcune erano, invece, con cella rettangolare. Si pensa che quest’ultime fossero destinate alle persone più ricche in quanto le strutture a base rettangolare, come l’Anaktoron, erano appunto destinate ai principi.
Dello stesso periodo della necropoli NO, ma di costruzione Sicula, è la necropoli Nord. Questa è sicuramente la necropoli più vasta di Pantalica e conta, all’incirca 1500 tombe. Qui troviamo alcuni sepolcri comuni scavati anche 10 metri all’interno della roccia.
Alcune di queste tombe, nei secoli VII – VIII d.C., vennero utilizzate dai bizantini come dimora, a volte lasciando intatte le reliquie trovate al suo interno. Un modo per ringraziare chi aveva conservato per loro quella dimora per quasi 2000 anni.
Altre due necropoli sono quella della Cavetta e di Filiporto, risalenti entrambe ai secoli IX – VIII a.C.
La necropoli di Filiporto è costituita all’incirca da 500 tombe delle quali possiamo distinguerne 3 tipologie:
- semicircolari a volta piana
- rettangolari con capezzale e padiglione
- corridoio centrale con tre stanze a forma di trapezio a volta piana
Qui troviamo anche la piccola chiesetta rupestre di San Micidiario.
La necropoli della Cavetta, invece, è costituita da circa 350 sepolcri con tipologie simili a quella di Filiporto ma con prevalenza di quelle di tipo I.
Un’altra necropoli di cui spesso nessuno parla è quella SUD. Questa necropoli, composta da circa 700 tombe, appartiene probabilmente allo stesso periodo di quella di Filiporto e Cavetta, ma non sono stati effettuati scavi poichè la maggior parte erano vuote e comunque l’accesso era molto pericoloso. Qui troviamo la chiesetta bizantina di San Nicolicchio.
Se vuoi vedere dove sono posizionate geograficamente le necropoli, puoi scaricare la mappa di Pantalica GRATUITAMENTE iscrivendoti alla newsletter.
Andare a Pantalica è un viaggio attraverso la storia dell’uomo. Un viaggio ricco di sogni e disavventure. Un viaggio lungo 3300 anni.
Il viaggio inizia proprio dalle necropoli e solo una guida esperta su Pantalica può farti assaporare un’escursione ricca di storia e divertimento. Un percorso unico e rinfrescante.
Un percorso che scaverà in profondità nelle vostre emozioni, come gli scavi degli uomini che, nel XII secolo a.C., iniziarono l’impresa più grande di tutte: quella di costruire la più grande necropoli del Mediterraneo.
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Alla prossima avventura!
Alessandro
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